Il nostro programma di sostegno a distanza

Gennaio, l’inizio di un nuovo anno, è sempre un mese di ri-partenza, ripartenza dalle cose fatte, da quelle che si stanno per realizzare. Le ripartenze contengono in sé una forte dose di ottimismo che ci dà la forza di rivalutare ciò che si è fatto e di migliorarlo. Nel fare un bilancio della nostra associazione nel 2018 ci rendiamo conto che dobbiamo lavorare meglio, lavorare di più, sul nostro programma di sostegno a distanza. Dal settembre 2018 la Congregazione del Buon Samaritano ci ha inviato sei schede di bambini che necessitano di un sostegno, ma che ancora non hanno trovato una famiglia, una scuola, una persona disposte ad aiutarle. Il piccolo Mussie, la piccola Inabi, il piccolo Henok, Buruk, Samrawit e Filipos, sperano in noi, sperano nel nostro sostegno per poter sperare di vivere una vita dignitosa restando nel loro paese di origine; confidano che noi riusciamo a trovare in Italia chi è disposto ad offrire 26 euro al mese per il sostegno loro e delle loro famiglie.

Qualche decennio fa era per noi più facile riuscire a trovare chi sostenesse i nostri bambini in Eritrea, non c’era crisi economica e c’era un clima di solidarietà che contribuiva a rendere facile il nostro lavoro.
Oggi non è così, l’estenuante lotta alle politiche di immigrazione dell’attuale governo, che noi certo non condividiamo, ha creato un clima nella società per il quale diventa difficile ogni politica di comunicazione solidale a favore dei Paesi dell’Africa. Ci capita anche di incontrare colui che prima era solidale verso i poveri più poveri e ora li vede come nemici, come possibili destabilizzatori delle nostre sicurezze.

Questo è il clima in cui operiamo, e che dobbiamo combattere perché sappiamo che dall’altra parte del mondo aspettano noi. In più abbiamo un’altra difficoltà, molti di coloro che hanno aderito al nostro programma di sostegno a distanza, hanno accompagnato la crescita dei bambina dalla piccola età alla età adulta: quando il sostegno a distanza finisce e si chiede a chi è stato sostenuto di camminare con le proprie forze. In questo caso molti dei nostri sostenitori continuano a dare il loro contributo mensile prendendosi cura di un altro bambino, non tutti lo fanno.
Per questo il nostro programma di sostegno a distanza ha sempre più bisogno di persone nuove che sappiano il nostro lavoro e lo sostengano.
Come spesso diciamo da questo sito noi non abbiamo un budget da dedicare alla pubblicità, la nostra comunicazione avviene solo attraverso questo sito e attraverso i social ad esso collegati. Siamo letti da chi già ci conosce, il nostro limite, forse la nostra forza. Finora gli appelli che abbiamo fatto, grazie a voi sono tutti andati a buon fine, ora vi chiediamo un altro sforzo: fateci conoscere dai vostri amici, dai vostri contatti, pubblicate i nostri articoli sulle vostre pagine social, cercate di far crescere sempre di più la Rete di Mariam, solo così possiamo sperare di non deludere quei bambini che in uno dei paesi più poveri del mondo, aspettano risposte concrete da noi.
Cerchiamo, insieme, di essere per loro una risposta concreta
