In ricordo del Dott. Domenico Tulino

Venti anni fa, il 15.09.1999, il Dott. Domenico Tulino lasciava la propria vita terrena. Ci sono vite che vanno ben oltre la vita, vite che continuano a vivere anche quando fisicamente non ci sono più.
Vite che continuano ad essere importanti per gli altri anche quando nessuno sa più della loro esistenza, nessuno ricorda i suoi gesti, la sua voce, il suo sorriso.
Oggi le persone che ricordano il Dott. Domenico Tulino in vita si possono contare sulle dita delle mani: familiari, ex– colleghi di lavoro, dipendenti. Venti anni sono tanti e se non si è vissuto gomito a gomito con una persona si tende a dimenticarla, a farne cadere nell’oblio il ricordo, ma per il Dott. Domenico Tulino non è così, non è stato così. Se volessimo mettere in fila tutti i sorrisi dei bambini che grazie a lui hanno avuto la speranza di una vita migliore forse riusciremmo a comporre nel cielo un bellissimo arcobaleno.

Molto probabilmente questo articolo al dott. Domenico Tulio non piacerebbe, era una persona molto pratica, amava il fare e non il parlare, amava aiutare i poveri più poveri progettando per loro un futuro che li emancipasse dalla povertà. Aiutava e finanziava l’oggi, ma progettava un futuro diverso. Era ricco, lo era diventato, si era costruito da solo, era il classico self made man italiano e sapeva benissimo cosa significasse non essere ricco.
Secondo di otto figli, Domenico Tulino nasce a Baiano nel 1936, orfano di padre dall’età di 13 anni, studia diventando ragioniere, e a poco a poco, mattone su mattone, contando solo sulle proprie capacità, prima si laurea in giurisprudenza per poi diventa consulente industriale per l’innovazione tecnologica per le più grandi industrie italiane. Si sposta da Napoli, apre un ufficio a Roma ed uno a Milano. Nel frattempo due sue sorelle, Agnese e Pina, prendono i voti e diventano suore. Ha sempre molto amato la famiglia di provenienza. Ha pianto e sofferto per la morte del fratello Antonio nato con problemi fisici.

Suor Pina agli inizi degli anni ‘70 parte come comboniana alla volta dell’Eritrea, per poi decidere di fondare, con l’aiuto del vescovo di Asmara, la Congregazione delle Suore del Buon Samaritano. Questa scelta, in un certo senso, cambia anche la vita di Domenico: per andare a vedere come vive la sorella si reca più volte ad Asmara e qui viene colpito da quella povertà diffusa indossata dai cittadini e dai bambini eritrei con estrema dignità. Si innamora dei sorrisi dei bambini che appena lo vedono gli fanno festa e gli saltano addosso senza pretendere nulla in cambio. In Italia continua a lavorare diventando nel proprio campo uno dei migliori consulenti finanziari italiani. Ha molti contatti e li usa per far arrivare in Eritrea medicinali, risorse alimentari, materiali per la costruzione di pozzi, materiali didattici per la scuola. Negli anni novanta i suoi interessi si ampliano, investe nell’agro alimentare aprendo un’azienda vinicola e investe nell’arte commissionando al M° Mario Schifano il ciclo della Mater Matutae . Era un mecenate illuminato che sapeva pensare, progettare e creare attività alfine di aiutare una buona causa. Purtroppo dalla metà degli anni novanta prima una malattia e poi il decesso avvenuto, per l’appunto venti anni fa, interruppero drasticamente i suoi progetti.
Alla sua morte lasciò tutto il suo cospicuo patrimonio ai poveri più poveri dell’Africa, più precisamente ai poveri più poveri di Asmara, ed è così che nasce la Fondazione Dott. Domenico Tulino, fondazione che porta il suo nome ed ha sede legale a Roma.

La Fondazione, che ha l’arduo compito di continuare l’idea di “impresa solidale” che animava Domenico, da quando è nata è diventata un punto di riferimento necessario e fondamentale per la Missione della Congregazione delle suore del Buon Samaritano che oggi è formata da 40 suore eritree. Sono molte le attività benefiche che la Fondazione Dott. Domenico Tulino finanzia: dalle borse di studio per ragazzi eritrei che studiano all’estero alle cure mediche di bambini e ragazzi che, per curarsi, hanno la necessità di venire in Italia. Negli hanno ha finanziato la costruzione di pozzi per portare acqua in villaggi limitrofi ad Asmara, ha finanziato progetti di inserimento a lavoro per ragazzi e ragazze sia in Eritrea che in Italia per ragazzi eritrei in possesso di regolare permesso di soggiorno. Molto del nostro lavoro è legato alla Fondazione e, quindi, ad un uomo, Domenico Tulino, che attraverso le opere di bene ancora vive. Molto di quello che siamo dipende indirettamente da lui. L’Associazione Mariam Fraternità– ONLUS è legata a filo doppio con la Fondazione, infatti senza il suo apporto logistico negli anni non avremmo potuto curare Saad, Saron, non avremmo potuto garantire assistenza completa a Samy. Anche in Eritrea dei progetti sono nati grazie alla Fondazione e se oggi la Congregazione delle suore del Buon Samaritano assiste ed aiuta quotidianamente circa millecinquecento persone gran parte del merito si deve proprio ad essa. Il rimpianto di tutti noi è di non aver più Domenico tra di noi: chissà cosa si sarebbe inventato, cosa avrebbe fatto, quali sentieri avrebbe aperto, quali orizzonti i suoi occhi avrebbero visto per costruire un futuro migliore ai bambini eritrei che gli erano entrati nel cuore:
“Vedo da lontano, molto lontano,
un bambino scuro che mi sorride,
sarà di quelli,
che nutriti furono
dai miei sacrifici.
Ecco che l´umanità ritorna
e la vita, con essa, rivive.”
Questo che riportiamo è uno dei suoi ultimi scritti, realizzato, forse, già quando era malato, lo riportiamo per evidenziare quello che era uno dei pensieri più profondi radicati nella sua anima: ci si sacrifica per gli altri non per se stessi, si accumula per dare non per tenere. Amiamo pensare che ciò che lo guidasse fosse la parabola dei talenti: in vita ha fatto fruttare tutti i talenti che possedeva, non per se stesso, ma per gli altri. Altri che non conosceva, altri che andavano aiutati e basta perché erano poveri senza meritarlo, perché avevano la colpa di essere nati dalla parte sbagliata del mondo. Oggi sono venti anni che il Dott. Domenico Tulino non è più, sono venti anni che esiste ancora e chissà per quanto tempo continuerà ad esistere.

Chiudiamo quest’articolo di commemorazione ventennale con una foto: le due bambine piccole sono Martha e Maria, sono fra le ultime bambine entrate a far parte del mondo delle Suore del Buon Samaritano che dopo aver salvato la mamma da un atto tragico le hanno tolte dalla strada e garantito loro assistenza quotidiana, fittando loro una casa e garantendo assistenza continua. In parte anche i loro sorrisi si devono ad un uomo che da cinquanta anni aiuta il popolo eritreo: loro non lo conosceranno mai, ma lui da qualche parte continuerà ad aiutarle.

La vita non muore quando la si è vissuta avendo come progetto quello di aiutare gli altri, rivive ogni giorno, in coloro che vengano inconsapevolmente aiutati grazie ai sacrifici di un uomo che a loro ha donato tutto il frutto del proprio talento. A noi non resta che ringraziarlo e alimentare il suo ricordo attraverso e le opere che la Fondazione Dott. Domenico Tulino porta avanti.
Ciao Mimì, sono tante le cose che vorremmo dire e forse, chissà, un giorno raccoglieremmo le testimonianze di tutti quelli che hanno beneficiato della tua esistenza. Oggi nel ricordarti, ti diciamo solo questo:
chi ti ha amato in vita e chi ti ama pur senza averti conosciuto oggi prega per te… che la terra ti sia lieve, riposa nella Pace del Signore.



