I Piccoli, grandi passi di Samy

Sono tre mesi che, ormai, Samy frequenta il S. Alessio, l’Istituto per non vedenti che ha sede a Roma.

Per coloro che non conoscessero Samy, ricordiamo che è una ragazzo diciassettenne che da piccolo è cresciuto nella Casa degli Angeli ad Asmara presso la Congregazione delle Suore del Buon Samaritano. Da sempre ha avuto problemi sia di udito che visivi. I problemi di udito si sono risolti con un’operazione fatta in Italia cinque anni fa. I problemi di vista, purtroppo, pur con varie operazioni non si sono potuti risolvere.

Samy è un ragazzo con una volotà di ferro ed il suo più grande desiderio è quello di rendersi indipendente.

Grazie alle vostre donazioni e ad un accordo fatto con la Fondazione Dott. Domenico Tulino che ha accettato di appoggiare il progetto, Samy frequenta, per l’appunto, da tre mesi, la nuova scuola.

Lo abbiamo intervistato

D.: Ciao Samy, come ti trovi nella nuova scuola?

R.: Bene, sono contento, finalmente imparo cose utili ad essere indipendente.

D.: Cosa impari?

R.: Molte cose: dal camminare da solo per strada, evitando gli ostacoli, a fare cose semplici e quotidiane come fare il letto, riporre gli abiti, fare la doccia, la barba, cucinare il latte, il the, fare la lavatrice, tutte cose per le quali prima mi era necessario un aiuto.

D.: Sei contento?

R.: Molto, qui imparo anche a sbucciare la frutta con il coltello senza farmi male, a fare il caffé, il dolce, a preparare da mangiare. Cosa che prima nessuno sapeva insegnarmi. Come sai bene, io ho sempre voluto essere autonomo. Non voglio pensare al mio futuro legato alla dipendenza dagli altri. In questa scuola mi sembra di capire che io possa raggiungere i miei obiettivi. Lo credo, ci spero con tutte le mie forze.

D.: Esistono scuole come il Sant’Alessio ad Asmara?

R.: Che io sappia no e, seppure esistessero, non avrebbero a disposizione gli stessi strumenti tecnologici: qui oltre ad insegnarci a leggere bene il braille, ci sono: le bilance parlanti, i computer che leggono la scrittura e con i quali puoi scrivere parlando. Ti insegnano l’uso del telefonino e puoi accedere facilmente alle app dedicate ai non vedenti. Ci sono tecnologie che in Eritrea non ci sono o, seppur ci fossero, sarebbero talmente costose che io non potrei mai accedervi.

D.: Cosa speri per il tuo futuro?

R.: Mai come in questo periodo mi sembra a portata di mano il mio desiderio di avere una vita normale: avere un lavoro, essere autonomo, magari avere una famiglia. In fondo ho i sogni di tutti i ragazzi della mia età, non credi?

D.: Samy, per me la nostra intervista può anche finire qua, che vuoi dire a chi segue il sito www.associazionemariam.it?

R.: Va bene Franco, se non hai altre domande, possiamo finire qua. Prima di lasciarci voglio augurare a tutti Buon Natale e Felice anno nuovo e poi vorrei ringraziare la Fondazione Dott. Domenico Tulino, l’Associazione Mariam Fraternità- ONLUS e tutti i donatori che rendono possibile la mia frequenza qui al Sant’Alessio. Poi, più di tutti, vorrei ringraziare Suor Pina, che io chiamo semplicemente Pina, e la Congregazione delle Suore del Buon Samaritano che da sempre si son presi cura di me: sono la mia famiglia. Franco, scusami, approfitto dell’intervista per salutare anche tutti i ragazzi delle casa-famiglie in Eritrea, mi mancano e li ricordo sempre con nostalgia.