Venticinque anni fa, il lungo cammino delle Suore del Buon Samaritano al servizio dei poveri più poveri

Ci sono strade che si aprono senza sapere dove potranno arrivare, strade che si costruiscono durante il proprio cammino e che nascono dal sogno, dalla speranza, dalla fede, dalla volontà di aiutare l’altro, strade che diventano necessarie per  coloro che le percorreranno dopo di te, senza di te. In questo mese di maggio ricorrono venticinque anni da quando tre suore eritree: suor Tebé, suor Roma e suor Azezet hanno consacrato la loro vita al Signore. Loro sono state le prime tre suore della Congregazione delle suore del Buon Samaritano. Congregazione riconosciuta dall’Eparchia di Asmara.

In occidente chiamiamo missionarie coloro che, nate in un Paese occidentale, si recano in una Nazione del cosiddetto Terzo Mondo per mettersi a servizio dei poveri e per mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo. La Congregazione delle Suore del Buon Samaritano sono il frutto di un’intuizione, di un sogno, iniziato da Suor Pina Tulino che operando fra le baracche di Asmara sentì il bisogno di dar vita ad un Ente che oltre a raccogliere in sé persone di buona volontà che avessero l’intenzione di fare della solidarietà il proprio scopo di vita, iniziassero e condividessero anche un percorso spirituale ed evangelico che le portasse a scegliere per il loro cammino terreno la vita religiosa. Una Congregazione di suore eritree in Eritrea.

Venticinque anni possono sembrare pochi, possono sembrare molti, da allora un fiume di vita è trascorso, nelle case famiglia di Asmara, negli asili di Himberi e Mai Edaga, in tutte le attività che la Congregazione del Buon Samaritano svolge ad Asmara e dintorni sono cresciuti generazioni di giovani eritrei che hanno trovato nelle suore un’accoglienza materna, la prospettiva di un domani che altrimenti non avrebbero avuto. Oggi la Congregazione conta quaranta suore, suor Tebè, suor Roma e suor Azezet sono state le prime e dopo venicinque anni continuano ad animare con la loro opera il lavoro della Missione. In Italia abbiamo l’usanza di considerare i venticinque anni di un’attività un traguardo da festeggiare, nel fare i nostri auguri a Tebé, Roma e Azezet vorremmo farci portavoce di tutti coloro che in questi cinque lustri hanno avuto la possibilità di stare loro vicino, di tutti i bambini, le bambine, i ragazzi, le ragazze, gli adulti che devono a loro gli attuali sorrisi, devono a loro, oggi, l’essere diventati quelle che sono.

Anche in Eritrea, come in Italia, è tutto fermo per colpa della pandemia. Non si possono ricevere visite, non si possono organizzare eventi, non si può festeggiare, non si possono celebrare funzioni, sarebbe stato bello che in questi giorni Suor Tebe, Suor Roma e Suor Azezet avessero potuto rinnovare i voti, rinnovare la propria scelta. Lo faranno appena sarà possibile, nei loro cuori lo hanno già fatto.

Noi dell’Associazione Mariam Fraternità– ONLUS auguriamo loro una lunga vita a servizio del prossimo affinché possano continuare con determinazione e profondità spirituale a mettere in atto il proprio carisma: aiutare da eritree il popolo eritreo, essere a servizio dei poveri più poveri, essere per loro sollievo alla sofferenza, accogliere a braccia aperte chi ha bisogno di aiuto, seguire i vangelo e, tramite esso, mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù. 

Fra le foto che abbiamo scelto nel pubblicare questo articolo una ci sta particolarmente a cuore ed è la foto in cui si vedono Suor Pina, il Dott. Domenico Tulino, l’allora vescovo di Asmara Zakarias, padre Tecklé insieme a Tebé, Roma e Azezet.  Forse è questa la foto che più rappresenta il cammino che si è fatto sinora. Alcuni presenti in questa foto non fanno più parte della nostra vita terrena, il Dott. Domenico Tulino e il vescovo Zakarias, ma anche grazie a loro che l’opera della Congregazione delle Suore del Buon Samaritano continua ad esistere e ad operare in Eritrea. Le foto legano il passato al presente tramite quel filo invisibile che sono i ricordi, nei ricordi c’è la testimonianza di tutto ciò che in questi anni si è fatto. Speriamo che in futuro, negli anni a venire, le opere realizzate da suor Tebé, suor Roma, e suor Azezet, siano almeno tante quante quelle realizzate negli ultimi venticinque anni. Noi di sicuro saremo sempre a fianco del loro lavoro, pronti ad aiutarle nella realizzazione dei loro progetti.