Aiutare i poveri in tempi di Covid 19

Ai problemi si sommano problemi. In una società opulenta come quella occidentale il distanziamento più che sociale, come erroneamente definito, finisce per diventare essenzialmente fisico. In Italia, per esempio, negli ultimi tragici mesi non sono mai stati chiusi gli esercizi di prima necessità, tutti, con le dovute precauzioni, siamo usciti per comprare alimenti o altri beni di prima necessità. Anche gli Enti di solidarietà quali Caritas, Protezione civile, Assessorati al welfare e quanti altri, hanno continuato a fare il loro lavoro, anzi, hanno raddoppiato i loro sforzi cercando di garantire a tutti almeno la sussistenza.

In Eritrea la pandemia è causa di molti problemi. Il lockdown in Eritrea crea un vero distanziamento sociale oltre che fisico.

Il problema più grande, infatti, è che il lockdown non permette alle Suore della Congregazione delle Suore del Buon Samaritano di riuscire a portare aiuti a coloro che quotidianamente venivano aiutati: alle persone anziane, ai poveri più poveri, ai disabili. Il lockdown non permette a bambini, mamme, adulti e anziani di bussare alla porta per ricevere i soliti aiuti.

Non è un problema da poco. Che ne è di tutte queste persone? Di loro, per quanti sforzi le suore stiano facendo, non sempre si riesce ad avere notizie.

Anche noi in Italia siamo preoccupati. Dietro a ciò che da sempre raccontiamo ci sono i fatti, le persone, gli occhi di persone che conosciamo, che abbiamo imparato ad amare; il lockdown, per esempio, non permette alle suore di vedere Natù, il bambino che, trovato all’interno di un ospedale psichiatrico, viveva tutto il giorno presso una delle nosre tre case-famiglia di Asmara, avendo ancora l’obbligo, per legge, di dormire presso l’ospedale. Non potendo uscire il bambino non può più raggiungere ogni giorno le suore. Finito il lockdown come lo ritroveremo? Sarà di nuovo legato con una catena ad un tavolo come lo abbiamo trovato? Avrà di nuovo gli stessi problemi di linguaggio e di verbalizzazione che aveva prima, riuscirà a non dimenticare i progressi fatti?

In tempi di Covid 19 anche la solidarietà è difficile nel cosiddetto Terzo mondo, speriamo che al più presto si riesca a trovare una soluzione.