Tag Archivio per: Solidarietà

In questa iniziativa c’è un po’ di noi…

In un certo qual modo allo spettacolo partecipiamo anche noi. Un nostro collaboratore, infatti, Francesco Scotto, ne ha scritto il testo e ne ha curato la regia.

Il tema è a noi caro. Lo spettacolo racconta due storie parallele quella dei Migranti odierni che intraprendono il loro “Viaggio della Speranza” e quella di una famiglia ebrea deportata in un campo di concentramento.

Lo Spettacolo organizzato dalla Diocesi di Nola è realizzato da ragazzi delle Scuole Superiori del territorio.

A tutti, da tutta l’Associazione Mariam Fraternità- ONLUS, un grande in bocca al Lupo!

manifesto

 

 

Un bagno per bambini nel carcere femminile realizzato grazie a dei bambini

In Eritrea, come in tutti i sistemi totalitari, le carceri sono affollate. Si può essere arrestati per un nonnulla, per motivi futili e per motivi seri. Il dato che rimane è che la popolazione carceraria è molto superiore alle possibilità che le strutture carcerarie possano offrire. Le pene possono durare anni senza che nessuno possa farci niente. I parametri di Giustizia, vanno molto oltre le nostre capacità di comprensione. Ad Asmara la Congregazione delle Suore del Buon Samaritano svolge attività di assistenza materiale e spirituale nel carcere femminile. È un lavoro duro, soprattutto perché nel carcere femminile, come è ovvio, ci sono madri che hanno con sé i propri figli almeno finché non abbiano compiuto i tre anni di età, spesso anche oltre.  Come si può immaginare le condizioni in cui vivono i bambini sono pessime, non solo perché costretti a vivere in spazi angusti, ma perché detti spazi spesso non sono per niente adatti a preservare un minimo di igiene che servirebbe per garantire la salute dei bambini. Ci sono grandi stanzoni superaffollati, ci sono i cortili, questi ultimi spesso diventano servizi igienici a cielo aperto per i bambini. In queste condizioni vivono, in queste condizioni operano le suore. Di certo non le migliori condizioni possibili. Eppure, nel tempo, dei risultati sono stati ottenuti, all’interno del carcere la Congregazione delle Suore del Buon Samaritano ha ottenuto uno spazio da poter adibire ad asilo in cui educa e fa giocare per più ore al giorno i bambini presenti nell’istituto penitenziario. Ottenere qualcosa non vuol dire avere tutto,  è ingiusto che i bambini paghino le colpe dei propri genitori, per questo motivo le Suore stanno hanno dato vita ad un, un altro sogno realizzato: Con i dovuti permessi e le dovute approvazioni, hanno costruito all’interno della casa carceraria dei servizi igienici da adibire ai bambini, per poter permettere ad essi di crescere in un ambiente sano, nonostante le inevitabili restrizioni. Occuparsi degli ultimi, dei poveri più poveri è la missione che le Suore hanno scelto, è lo scopo al quale dedicano tutta la loro vita. Operare nelle carceri vuol dire occuparsi degli ultimi, è prestare attenzione  a chi è del tutto senza voce, a chi è ai margini di una società anch’essa già del tutto ai margini dal resto del mondo. Alleviare le sofferenze delle mamme che vivono una tale situazione e dare ai bambini un modo per sentirsi uguale ai propri coetanei è un “dare” che non ha prezzo. È, in sé, forse, l’opera è più grande. Se tutti noi dividiamo il mondo tracciando delle linee nette fra il bene ed il male, operare nelle carceri vuol dire far sconfinare il bene oltre la linea di ciò che pensiamo possibile. È portare un barlume di paradiso nell’inferno in terra. Di questo barlume, di questa piccola lucina di speranza le Suore sono protagoniste. Costruire servizi igienici per i bambini del carcere femminile di Asmara, è stata una sfida vinta anche grazie al contributo economica degli alunni della IIC dell’Istituto Comprensivo “Pascoli-Crispi” di Messina che nel 2012 hanno dato vita ad una raccolta in favore delle attività delle Suore.

In un sistema totalitario e repressivo proporre forme di aiuto a popolazioni carcerarie è un atto di coraggio,  è andare fino in fondo, aderire in pieno al nocciolo della propria missione: aiutare e amare il prossimo. La Congregazione delle Suore del Buon Samaritano operando ad Asmara in particolare, ed in Eritrea in generale, ci ha abituato ad alzare l’asticella del nostro limite, ci ha abituato a credere che bisogna sempre lanciare il sasso oltre lo stagno delle nostre chiusure mentali, dei nostri pregiudizi. Noi siamo contenti di essere stati utili, di aver contribuito a trovare i donatori giusti per realizzare un simile progetto. Forse il tutto sarà ripagato solo dal sorriso delle mamme, dal sorriso dei bambini: ma quei sorrisi saranno sorrisi veri, piccole gocce di libertà in un mondo pieno di tristezza.

carcere

 

 

Grazie al 5×1000

In buona parte le attività che svolgiamo in Italia, che riguardano soprattutto la promozione e la costruzione di una rete di contatti che possa aiutarci a finanziare i progetti che abbiamo in Eritrea, sono finanziate grazie al 5×1000. Siamo un’Associazione piccola, ci auspichiamo di crescere. In Italia potremmo fare molte cose per aiutare ancora di più Suor Pina Tulino e la Missione della Congregazione delle Suore del Buon Samaritano. In fondo, negli ultimi anni, è anche grazie al 5X1000 che siamo riusciti ad aprire la Casa di prima accoglienza Hagos che finora ha ospitato tre bambini bisognosi di cure: Saad (per 5 anni), Saron e Samy, ora tornati in Eritrea, che continuano a vivere nelle case-famiglia di Asmara, ancora in cura, tranne Saad, ma con ottime prospettive di guarigione.

La Congregazione delle Suore del Buon Samaritano ad Asmara incontra spesso storie di bambini malati che in Eritrea non hanno speranza di vita, ma se portati in Italia avrebbero molte possibilità di salvarsi.

Con il tuo aiuto, con il tuo 5×1000,  possiamo aiutarli, basta poco: Nella tua dichiarazione dei redditi, nell’apposito spazio, scrivi il nostro Codice fiscale

02282700646

grazie!

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Ricordi: La bella esperienza di Luisa Andreotti

Rimescolando nel nostro archivio, ci siamo imbattuti nell’esperienza inviataci nel 2012 dalla Sig.ra Luisa Andtreotti, che oggi, nonostante la scomparsa del compianto marito, continua a collaborare in modo fattivo con noi, con Suor Pina e con le Suore della Congregazione del Buon Samaritano.

Riportiamo la Sua testimonianza già pubblicata ne “il Samaritano”  di marzo 2012

Crediamo sia importante sottolineare la collaborazione ultratrentennale, è una bella testimonianza di fiducia:

Le vie del Signore sono infinite e nulla capita per caso!

Siamo nel 1963 e il prete della nostra parrocchia durante la tradizionale benedizione natalizia delle famiglie ci invitò a partecipare al Gruppo“Giovani Sposi”.  Con interesse abbiamo iniziato a seguire gli incontri che ci  indicavano quali erano le principali virtù atte ad  accrescere la nostra fede. Il nostro impegno  iniziò a focalizzarsi sul come vivere la carità in famiglia e con gli altri partendo dal precetto evangelico “Ama il prossimo tuo”. Perciò il nostro impegno affonda le sue radici  nell’amore che Dio ha per noi, quella Carità che diventa amore per i fratelli  e quindi solidarietà.

Io mi sono inserita nella Caritas Parrocchiale e presto  sono stata invitata ad impegnarmi come volontaria  nella Caritas Ambrosiana (cioè la nostra Caritas diocesana milanese). Più tardi il direttore mi prospettò di operare nel  settore emergenze.    E’ stato così che durante una forte carestia dovuta alla siccità in Eritrea, mi è stato  proposto di accompagnare un aereo militare carico di aiuti d’emergenza: cibo e medicinali. Sono partita da Roma nel gennaio del 1985 e sono arrivata ad Asmara dove ad attendermi c’era il Vicario Apostolico Mons. Luca Milesi che con paterna ed affettuosa accoglienza mi portò con sé al Vicariato. Lì mi presentò un “Angelo” : suor Pina Tulino e mi  illustrò il lavoro prezioso che già  svolgeva e la sua sensibilità materna soprattutto nei confronti delle “ragazze madri”.  Ho visitato con lei la “Regione Tanica” che era un agglomerato di baracche fatte di lamiera nelle quali vivevano stipate tante famiglie. E’ stato commovente osservare il nostro arrivo tra quella gente e l’abbraccio festoso e gioioso che tutti ma in particolare i bimbi facevano all’”Angelo” ricevendo in cambio sorrisi, carezze e abbracci. In quei giorni ho visitato i campi profughi che si erano improvvisati e nei quali giungevano gli aiuti.  Questi aiuti facevano parte di un progetto grandioso che la Caritas Italiana aveva concordato con mons. Milesi autore di un accorato telegramma con richiesta di aiuti fatto giungere in Italia.  Grazie alla generosità degli offerenti, oltre agli aiuti d’emergenza, è stato possibile costruire una ventina di dighe, oltre 200 pozzi e vari ambulatori medici.

Due anni dopo ritornai in forma privata ad Asmara con mio marito perché volevamo conoscere la bimba che avevamo accolto con una adozione a distanza.  Mio marito simpatizzò subito con Mons. Milesi e nacque così tra loro un rapporto di affetto e di stima, tanto che mio marito divenne in Italia punto di riferimento per tutte le sue necessità: cominciò con l’invio di containers di viveri per ampliarsi con la spedizione di  materiali per lo sviluppo soprattutto nel campo dell’agricoltura. Questi progetti si poterono realizzare perché l’opera di Mons. Milesi era venuta a conoscenza di tanti benefattori privati e non. Io per il mio impegno in Caritas non potevo seguire solo l’Eritrea, c’erano altri Paesi che necessitavano di interventi della Caritas, ma mio marito sì, lui continuò con il Vicario a lavorare ai progetti e durante i suoi soggiorni ad Asmara frequenti sono stati per lui gli incontri con l’”Angelo”.

Io la persi di vista, la riincontrai con mio marito ad Asmara nel 2008 in chiesa al funerale di Mons. Milesi,che era diventato nel frattempo vescovo di Barentu. Riallacciammo con Suor Pina il rapporto di affetto e di stima e poiché sapevamo della nascita della Congregazione delle Suore del Buon Samaritano da lei fondata, le chiedemmo di vedere la sua Casa e di conoscere le sue Consorelle. Visitammo con l’ “Angelo”  la casa e l’ufficio dove si raccolgono le richieste di aiuto, dove si distribuiscono i contributi alle famiglie per le adozioni a distanza e dove c’è sempre qualcuno attento ad ascoltare, e a confortare e compiere gesti di amore autentico verso chi si trova in situazioni di grave difficoltà.  Ci portò a visitare la Casa Famiglia che ospita i bambini sieropositivi curati con amore dalla Suore. Questi bimbi vivono una vita serena e piena di speranza, perché accanto  a loro c’è grande attenzione ma soprattutto c’è un cuore che ascolta e che ama.  Un “Angelo”

Ecco la storia  del nostro incontro con un “Angelo” autentico e visibile !

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