Rimescolando nel nostro archivio, ci siamo imbattuti nell’esperienza inviataci nel 2012 dalla Sig.ra Luisa Andtreotti, che oggi, nonostante la scomparsa del compianto marito, continua a collaborare in modo fattivo con noi, con Suor Pina e con le Suore della Congregazione del Buon Samaritano.
Riportiamo la Sua testimonianza già pubblicata ne “il Samaritano” di marzo 2012
Crediamo sia importante sottolineare la collaborazione ultratrentennale, è una bella testimonianza di fiducia:
Le vie del Signore sono infinite e nulla capita per caso!
Siamo nel 1963 e il prete della nostra parrocchia durante la tradizionale benedizione natalizia delle famiglie ci invitò a partecipare al Gruppo“Giovani Sposi”. Con interesse abbiamo iniziato a seguire gli incontri che ci indicavano quali erano le principali virtù atte ad accrescere la nostra fede. Il nostro impegno iniziò a focalizzarsi sul come vivere la carità in famiglia e con gli altri partendo dal precetto evangelico “Ama il prossimo tuo”. Perciò il nostro impegno affonda le sue radici nell’amore che Dio ha per noi, quella Carità che diventa amore per i fratelli e quindi solidarietà.
Io mi sono inserita nella Caritas Parrocchiale e presto sono stata invitata ad impegnarmi come volontaria nella Caritas Ambrosiana (cioè la nostra Caritas diocesana milanese). Più tardi il direttore mi prospettò di operare nel settore emergenze. E’ stato così che durante una forte carestia dovuta alla siccità in Eritrea, mi è stato proposto di accompagnare un aereo militare carico di aiuti d’emergenza: cibo e medicinali. Sono partita da Roma nel gennaio del 1985 e sono arrivata ad Asmara dove ad attendermi c’era il Vicario Apostolico Mons. Luca Milesi che con paterna ed affettuosa accoglienza mi portò con sé al Vicariato. Lì mi presentò un “Angelo” : suor Pina Tulino e mi illustrò il lavoro prezioso che già svolgeva e la sua sensibilità materna soprattutto nei confronti delle “ragazze madri”. Ho visitato con lei la “Regione Tanica” che era un agglomerato di baracche fatte di lamiera nelle quali vivevano stipate tante famiglie. E’ stato commovente osservare il nostro arrivo tra quella gente e l’abbraccio festoso e gioioso che tutti ma in particolare i bimbi facevano all’”Angelo” ricevendo in cambio sorrisi, carezze e abbracci. In quei giorni ho visitato i campi profughi che si erano improvvisati e nei quali giungevano gli aiuti. Questi aiuti facevano parte di un progetto grandioso che la Caritas Italiana aveva concordato con mons. Milesi autore di un accorato telegramma con richiesta di aiuti fatto giungere in Italia. Grazie alla generosità degli offerenti, oltre agli aiuti d’emergenza, è stato possibile costruire una ventina di dighe, oltre 200 pozzi e vari ambulatori medici.
Due anni dopo ritornai in forma privata ad Asmara con mio marito perché volevamo conoscere la bimba che avevamo accolto con una adozione a distanza. Mio marito simpatizzò subito con Mons. Milesi e nacque così tra loro un rapporto di affetto e di stima, tanto che mio marito divenne in Italia punto di riferimento per tutte le sue necessità: cominciò con l’invio di containers di viveri per ampliarsi con la spedizione di materiali per lo sviluppo soprattutto nel campo dell’agricoltura. Questi progetti si poterono realizzare perché l’opera di Mons. Milesi era venuta a conoscenza di tanti benefattori privati e non. Io per il mio impegno in Caritas non potevo seguire solo l’Eritrea, c’erano altri Paesi che necessitavano di interventi della Caritas, ma mio marito sì, lui continuò con il Vicario a lavorare ai progetti e durante i suoi soggiorni ad Asmara frequenti sono stati per lui gli incontri con l’”Angelo”.
Io la persi di vista, la riincontrai con mio marito ad Asmara nel 2008 in chiesa al funerale di Mons. Milesi,che era diventato nel frattempo vescovo di Barentu. Riallacciammo con Suor Pina il rapporto di affetto e di stima e poiché sapevamo della nascita della Congregazione delle Suore del Buon Samaritano da lei fondata, le chiedemmo di vedere la sua Casa e di conoscere le sue Consorelle. Visitammo con l’ “Angelo” la casa e l’ufficio dove si raccolgono le richieste di aiuto, dove si distribuiscono i contributi alle famiglie per le adozioni a distanza e dove c’è sempre qualcuno attento ad ascoltare, e a confortare e compiere gesti di amore autentico verso chi si trova in situazioni di grave difficoltà. Ci portò a visitare la Casa Famiglia che ospita i bambini sieropositivi curati con amore dalla Suore. Questi bimbi vivono una vita serena e piena di speranza, perché accanto a loro c’è grande attenzione ma soprattutto c’è un cuore che ascolta e che ama. Un “Angelo”
Ecco la storia del nostro incontro con un “Angelo” autentico e visibile !
