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Campagna Sostegno a distanza 2016: Le modalità

Campagna Sostegno a distanza 2016

Con soli  26 euro al mese garantisci il futuro ad un bambino eritreo in termini di: alimentazione, sanità, accesso allo studio, aiuto alla famiglia.

Il tuo Sostegno a Distanza serve a garantire prima di ogni cosa l’alimentazione al bambino che scegli di sostenere. Con i 26 euro al mese contribuisci anche all’economia familiare del bambino, quindi per ricaduta grazie al tuo sostegno non viene aiutata solo una singola persona, ma un’intera famiglia.

Che cos´è il Sostegno a Distanza?
E´ un modo semplice ed efficace di essere solidali con bambini che vivono una realtà poverissima.
Il bambino adottato continuerà a vivere all´ interno del suo nucleo familiare. Con un piccolo sussidio puoi garantire ad una famiglia eritrea il sostentamento quotidiano.

Cosa riceverai?
Le Suore del Buon Samaritano e i collaboratori, seguono da vicino le famiglie inserite nel progetto e curano la comunicazione con gli adottanti. Se il bambino va a scuola, riceverai la pagella di fine anno. Se piccolo, è la mamma o un altro parente che scrive per lui. In tutte e due i casi all´inizio dell´adozione riceverai una scheda con i suoi dati, una foto e le condizioni generali della famiglia. Durante tutto il periodo dell´adozione ti saranno inviate foto e lettere che ti informeranno della sua crescita.
Riteniamo importante ricordare che, viste le condizioni precarie del paese e la difficoltà di raggiungere le famiglie di alcuni bambini in adozione che abitano in villaggi lontani, può capitare che l´invio di lettere e foto non sia molto frequente (una o due volte l´anno).

Quanto tempo dura l´adozione?
Non ci sono limiti di tempo, può durare finché il bambino non è cresciuto ed è diventato capace di provvedere a se stesso. Nel caso in cui venisse trasferito in un´altra zona del paese o in un altro Stato in cui la Suore del Buon Samaritano non sono presenti (molti bambini di padre etiope vengono rimandati in Etiopia con la loro famiglia), l´adottante verrà avvisato e potrà decidere di continuare l´adozione con un altro bambino. In ogni caso è possibile recedere dall´adozione in qualsiasi momento, dando un preavviso per permettere di affidare il bambino ad un altro adottante.

Cosa dovrò fare?
Adottare un bambino è molto semplice. Basta compilare il modulo di adesione on-line, oppure comunicare la tua decisione telefonicamente al numero della Nostra Associazione: +39 0818244999

Quanto costa?
La quota mensile è di 26,00 euro. Può essere versata mensilmente o in altre soluzioni da comunicare all´inizio dell´adozione. I riferimenti per i versamenti sono riportati anche al margine della scheda. Ricordiamo inoltre che le somme sono deducibili. Basta conservare la copia dei versamenti e richiederci, entro il 31 marzo di ogni anno, l’attestazione dell’ importo versato.

Se vuoi maggiori informazioni scrivi a : info@associazionemariam.it o telefona allo 0818244999

 

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Campagna 5X1000 2016- Quando una parabola si trasforma in aiuto concreto

 (…) Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo? ”. Gesù riprese:

         “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.  Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione.  Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.  Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti? ”.  Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va e anche tu fa lo stesso”.

Il brano che pubblichiamo riporta la Parabola del Buon Samaritano, tratta dal Vangelo di Luca. La parabola è alle origini delle Suore del Buon Samaritano: come nascono e quali sono le ragioni del loro operato.  Ci sembrava giusto ricordare a noi stessi ed a voi le ragioni e la spiritualità condivisa che ci unisce. Il Carisma delle Suore del Buon Samaritano è quello, semplice, di aiutare il prossimo. Le Suore vivono quotidianamente la semplicità di “fare del bene”. Essere semplici non vuol dire essere banali. Può sembrare un paradosso ma essere semplici è una conquista difficile, un punto d’arrivo non facile da raggiungere. Essere semplici significa spogliarsi di se stesso e accettare l’altro per quello che è, senza farsi domande, senza cercare risposte, cercando nell’umanità, nell’altro, ciò che ci unisce non ciò che ci divide. Essere semplici vuol dire aprire la porta a chi ti chiede aiuto senza domandarti di che religione esso sia, senza guardare il colore della sua pelle, senza chiedere niente del suo carattere. Rispondere ad una domanda d’aiuto semplicemente perché essa è stata fatta da un bisognoso, da qualcuno che, in quel periodo della sua vita, si trova in difficoltà e si mostra claudicante nell’affrontare il sentiero della vita. Essere bastone del claudicante, è questo il vero carisma delle Suore del Buon Samaritano. Fondate nel 1989 da Suor Pina Tulino esse formano una  congregazione  istituita sotto la Diocesi di Asmara-Eritrea.  Dopo trenta anni sono più di 30 le suore che in Asmara e nei villaggi limitrofi offrono assistenza spirituale, morale e materiale ai poveri. La loro opera ed il loro carisma è di fondamentale importanza in un paese dove solo il 5% della popolazione è cattolica.  Le suore oltre ad attività catechistiche ed ecumeniche, assistono ragazze senza dimora, disabili, invalidi, anziani ed orfani; curano insieme alla nostra associazione l’adozione a distanza di bambini appartenenti a famiglie bisognose ed il reinserimento in famiglia dei ragazzi di strada. Gestiscono  case famiglia e sono punto di riferimento per  poveri ed emarginati che ogni giorno vi si rivolgono con i problemi più diversi. Gestiscono, inoltre, alcune scuole materne in Asmara e villaggi limitrofi dando sostentamento ogni giorno a più di 500 bambini.

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Regala un sorriso: la storia di Nebay scheda 1554/B

Nebay ha 7 anni, è l’ultimo di tre figli, il padre è molto malato e non può lavorare, la mamma fa la lavandaia presso le famiglie che di tanto in tanto la chiamano. Non è un lavoro continuo e, sicuramente, non basta a mandare avanti tutta la famiglia. Ha molto insistito con le Suore del Buon Samaritano per far inserire Nebay nel programma di sostegno a distanza, per tutta la famiglia 26 euro al mese rappresenterebbero la speranza di dare un sicuro mantenimento a Nebay e ai fratellini ed una sicura istruzione a tutti loro. Le suore, avendo accertata la sua situazione, subito hanno inserito il bambino nel programma.

Noi pubblichiamo la sua storia nella speranza che qualcuno di buon cuore aiuti Nebay e la sua famiglia.

Se a qualche nostro lettore sembrerà strano il lavoro che svolge la mamma di Nebay, lo rassicuriamo: è un lavoro che esiste. Ad Asmara poche famiglie hanno la lavatrice e, pur se l’hanno, se non si è in possesso di generatori elettrici privati, si ha corrente elettrica solo per due ore al giorno, quindi le poche famiglie che possono permetterselo chiamano le donne in casa per farsi fare il bucato a mano. (NdR)

Campagna Sostegno a distanza 2016

 

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Foto: Donne in attesa di ricevere la quota mensile del sostegno a distanza- Archivio foto Associazione Mariam Fraternità- ONLUS

Grazie! Amaniel ha trovato il suo sperato sostegno a distanza.

Dopo più di un mese Amaniel ha trovato una famiglia di buon cuore che lo sosterrà a distanza, ne siamo felici.

Di seguito riportiamo l’articolo più volte postato:

Il piccolo Amaniel da più di un mese è ancora alla ricerca di un aiuto. Ripubblichiamo la sua storia sperando che qualcuno di buon cuore possa contattarci.

Amaniel è un bambino di 11 anni, con quattro fratellini più piccoli. Il padre ha abbandonato la famiglia ed è disperso, non si hanno più notizie di lui. Amaniel, i fratellini e la sua mamma, vivono in un villaggio a 50 chilometri da Asmara. mangiano di ciò che parenti ed amici giorno dopo giorno riescono a fare avere loro. Non hanno altro. La mamma non lavora e, per giunta, le rare volte che le capita di lavorare, non sa dove lasciare i figli. I bambini sono tutti in età scolare. Il sostegno a distanza servirebbe alla famiglia di Amaniel sia per permettergli di sopravvivere, sia per fare in modo che tutti vadano a scuola e, magari, imparino un mestiere che potrà essere loro utile in futuro.

Speriamo che Amaniel trovi presto una famiglia che lo sostenga a distanza, in fondo non ci vuole molto: 26 euro al mese.

Campagna Sostegno a distanza 2016

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Il Papa a Lesbo: la traccia un sentiero da seguire

Il nostro lavoro quotidiano non ha molto a che fare con problemi di immigrazione. Noi da 32 anni aiutiamo un’unica Missione di suore in Eritrea, cercando di finanziare tutte le attività di solidarietà e di lotta alla povertà che hanno ad Asmara e dintorni.

Chiunque è venuto in Italia da Asmara, mandato dalle suore, per motivi di salute, motivi di studio o di lavoro, è venuto con tutti i documenti in regola. Nonostante ciò il problema dell’immigrazione non può lasciarci indifferenti, sono molte le persone che abbiamo conosciuto che hanno tentato il proprio  “viaggio della Speranza”, attraversando il Sudan a piedi, imbarcandosi in Libia nel tentativo di arrivare a Lampedusa; di questi molti, di nessuno abbiamo più notizie.

Per noi è impossibile non riconoscere  l’immigrazione come l’immane tragedia dei nostri tempi.  La visita del Papa a Lesbo deve essere per tutti noi un monito,  un grido da ascoltare. Il Papa ha tracciato un sentiero che tocca a tutti noi percorrere e quel sentiero è  l’accoglienza, il rispetto verso l’altro. In un momento difficile in cui l’immigrazione è legata a problemi connessi al terrorismo e alla crisi economica, il Papa non ha avuto paura di richiamare tutto il mondo cristiano a fare il proprio dovere anche quando esso costa sacrifici, anche quando esso mette a rischio le nostre posizioni acquisite. Noi, nel nostro piccolo non possiamo far altro che percorrere con convinzione il percorso da lui tracciato, convinti che se tutti facessimo la la nostra parte, la tragedia dell’immigrazione non sarebbe più  tale. Nel fare il nostro dovere risiede la speranza di un mondo migliore: forse è semplicemente questo il monito del Papa.

 

Papa a Lesbo