Regala un sorriso: La storia di Abraham scheda 1553/B
Continua la nostra rubrica “Regala un sorriso” dove raccontiamo le storie delle famiglie che sono inserite nel programma di sostegno a distanza e sperano che qualcuno accetti di sostenerle
Abraham è un maschietto di 20 mesi, ha quattro fratellini più grandi, la mamma, Azieb, non lavora, il padre, Zeggai, presta servizio militare e non ha la possibilità di mandare soldi a casa. Quel poco che guadagna gli basta a stento a sopperire alle proprie necessità. I bambini sono tutti in età scolare, le suore del Buon Samaritano hanno inserito Abraham nel programma di sostegno a distanza sperando che con 26 euro al mese tutta la sua famiglia riesca almeno a garantirsi il necessario per andare avanti. Azieb sogna per i figli una vita diversa dalla propria, magari sogna che essi possano espatriare, emigrare, andarsene. Quando un genitore sogna questo per i propri figli e non lavora per tenerseli a fianco, per sperare di averli con sé fino alla vecchiaia, quando fin dalla nascita un genitore è preso da questi pensieri, ci si chiede che senso abbia mettere su famiglia, avere figli, lottare perché si facciano grandi, siano istruiti, in grado di cavarsela da soli. Qual è il senso di tutto questo, perché pur sapendo della persistenza della crisi e delle difficoltà che essa venga superata, si mettono al mondo figli? Un figlio, per Azieb come per molte famiglie eritree e africane, rappresenta sempre il sogno di un domani migliore, la speranza di cambiamento, è l’alba di un nuovo domani, un investimento per il futuro, Sarà compito loro, cambiare le cose, farle andare per il verso giusto, toccherà alle nuove generazioni, se vivranno e resisteranno dare un senso alla vita e ai sacrifici fatti dai propri genitori. Azieb non si è mai pentita di aver messo al mondo 5 figli, il suo vivere è dedito all’oggi, per lei conta accudirli, amarli, farli studiare, farli crescere bene, prepararli ad un domani pieno di prospettive diverse da quelle che lei ha avuto. È per tutte questa motivazioni che ha chiesto alle Suore di essere inserita nel programma di sostegno a distanza.
Immagine Archivio Associazione Mariam Fraternità. ONLUS

