Chi è il povero più povero?

Ci sono domande che non hanno risposte; che, anzi, fanno nascere altre domande senza risposte. Porsele sembrerebbe inutile, sembrerebbe di giocare con un bambino al gioco dei “perché?”. A tutti crediamo sia capitata un’esperienza del genere: qualsiasi adulto, dotato di pazienza o meno, alla decima, alla centesima, alla millesima domanda: “E perché?” finisce per rispondere in due modi: -“Perché è così e basta! “Perché è perché…“. Tanto bella e immensa è la curiosità dei bambini tanto è estenuante e faticosa la ricerca dell’adulto di trovare risposte soddisfacenti, si arriva sempre in una strada senza via di uscita, si arriva sempre ad una domanda senza risposta.

Chi è il povero più povero?

Questa è la nostra domanda senza risposta. E’ la domanda che potremmo declinare in mille altre domande, ognuna con una risposta, ognuna con una soluzione diversa. Mille soluzioni, nessuna soluzione:

Il povero più povero è chi non ha nulla, ma in ogni parte del mondo c’è chi non ha nulla, anche fuori dalla nostra porta, anche a pochi metri da noi, perché decidere di aiutare un popolo lontano miglia e miglia da noi e non aiutare chi è dietro l’angolo?

Il povero più povero è chi non ha voce, di senza-voce è pieno il mondo: persone che ignorano di avere diritti, che non hanno accesso alla minima istruzione, che vivono sopraffatte da un mondo che corre troppo in fretta per loro, perché andare in Eritrea a scovarli?

Il povero più povero è chi non ha assistenza e non può sopravvivere senza l’aiuto di qualcuno, nelle città, nelle ore serali, si adagiano alle pareti di palazzi migliaia di persone; vecchi, giovani, uomini e donne, che, cercando riparo per la notte, si accasciano cercando protezione nelle mura e coprendosi, a volte, solo di cartoni. i poveri più poveri sono solo in Africa?

Chi è il povero più povero?

Noi dell’Associazione Mariam Fraternità- ONLUS, non abbiamo risposte e le risposte, come abbiamo visto, ci portano sempre ad altre domande. Però, nonostante ciò, anche noi, come ogni adulto che gioca con un bambino al gioco dei “perché?” abbiamo il nostro “Perché è così e basta!” . Noi ci dedichiamo al popolo eritreo perché quarant’anni fa, una suora, Suor Pina Tulino, ha dedicato la propria vita a loro, ha acceso per noi una lente d’ingrandimento su di un mondo che se non ci fosse stata lei noi non avremmo mai visto. Un mondo che, una volta visto, ci ha obbligato a fare la nostra parte, a fare il nostro dovere, a non tirarci indietro, nel cercare aiuto per chi ne aveva bisogno.

In quarant’anni grazie al nostro impegno e all’impegno di Suor Pina e della Congregazione del Buon Samaritano,  molte cose sono state fatte, molte persone sono state aiutate e vengono quotidianamente aiutate, speriamo  di riuscire in futuro ad aiutarne di più, a sensibilizzare quante più persone possibili a rivolgere lo sguardo verso un angolo di mondo, il sub-sahariano, che ha sempre più bisogno di aiuto. Questo è il nostro compito, questa è la nostra risposta, questo è il nostro “Perché è così e basta!

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