E’ facile dire: <>

Nella vita quotidiana ad ognuno di noi capita di frequentare sale di attesa per svariati motivi. Si attende il proprio turno dal barbiere, dal parrucchiere, dal medico; si fa la fila negli uffici postali. Le discussioni che si affrontano nei luoghi pubblici, riguardano quasi sempre tutto lo scibile umano; quasi mai gli interlocutori si conoscono fra di loro ed ognuno affronta le discussioni con la propria storia alle spalle. Si infervora, si accalora finché non arriva il proprio turno. Da quel momento in poi tutto finisce, ognuno riprende la propria vita, il proprio tran tran quotidiano.

In questi luoghi quando si parla di immigrati, c’è sempre qualcuno che, cercando l’approvazione degli altri, dice con tono lamentoso misto a sottesa rabbia: <<Ma questi che vogliono? Se ne tornino a casa! Ci tolgono il lavoro!>>. A queste parole molti fanno un cenno di assenso, pochi ribattono con senso di compassione: <<Poverelli…. e mica è colpa loro?>>. Rispetto ai vari consessi i secondi sono sempre minoritari, non sono incisivi: la pietas non vince quasi mai sul sentimento di rabbia che spinge all’odio.

Ogni volta che assistiamo a queste discussioni, ogni volta che partecipiamo a queste discussioni ci accorgiamo di quanto lavoro ci sia da fare; di come i “ragionamenti da bar” siano privi di radici, non cercano di approfondire l’argomento. Inutile dirlo, da queste discussioni usciamo sempre sconfitti. Non ci tiriamo mai indietro, ma veniamo sempre messi all’angolo. Appena cerchiamo di approfondire, qualcuno ci ferma e dice: <<Eh… ma tu parti da troppo lontano, così non la finiamo più! Per me se ne devono andare e basta!>>. Queste parole bloccano qualsiasi discussione, qualsiasi approfondimento si tenti di fare; d’altronde tutti sono lì per fare altro. pagare una bolletta, farsi visitare, farsi belli. Si parla per intrattenersi non per conoscere qualcosa in più.

Vorremmo, su questo sito, avere l’opportunità di approfondire un po’ la nostra risposta alla frase: <<Se ne tornino a casa!>> 

In risposta a questa frase vi invitiamo a leggere il reportage <<Terre Spezzate>> di Scott Anderson con foto di Paolo Pellegrin, pubblicato da “La Repubblica” domenica 14 agosto 2016. (lo trovate anche sul sito www.repubblica.it all’indirizzo  http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/08/14/terre-spezzate42.html?ref=search  )

E’ uno sguardo molto interessante su cosa è oggi l’Africa ed il Medio Oriente e perché c’è l’enorme nomadismo attuale.

Gli occidentali non sono esenti da colpe, anzi.

La prima cosa che emerge è che i Paesi colonizzatori nei secoli scorsi hanno tutti adottato nei Paesi colonizzati una tecnica già nota ai romani: fare accordi con, e mettere nei posti di Potere, le tribù più piccole per garantirsi la loro totale fiducia finanziandoli e armandoli a danno delle tribù maggioritarie. Questo, finita la colonizzazione, ha causato il desiderio di rivalsa delle tribù che per anni hanno dovuto subire soprusi, dando vita a delle guerre civili eterne e fratricide. Come se non bastasse questo la soluzione proposta dall’Occidente per risolvere questi conflitti,  è stata il tentativo, del tutto teorico, di esportare la Democrazia; in fondo un controsenso: se i popoli si odiano fra di loro come si dà vita a processi democratici?

Anni di guerra. Si fugge per avere una possibilità di vita. Si taglia la vita con il passato sperando di poter trovare pace, si fugge da una propria guerra, si diventa disertori agli occhi dei leader politici e militari della propria tribù, del proprio popolo; lo si fa per dare una possibilità a se stessi, ai propri familiari; ma, fatta la scelta, non si può più tornare indietro.

Non si fugge solo dalla povertà, si fugge da molto altro.

<<Se ne tornino a casa!>>, molti vorrebbero farlo, non possono. Come occidentali, non siamo esenti da colpe.

<<Se ne tornino a casa!>> potremmo dire altro, potremmo dire molto di più, a difesa di quella moltitudine di persone che cercano di dar riparo alle proprie speranze di un domani migliore, ma, per ora, chiediamo solo una piccola riflessione su quello che abbiamo detto. Così, magari, quando anche voi affronterete una discussione mentre state dal medico, dal barbiere, dal parrucchiere, alla posta, potrete guardare la situazione da un diverso punto di vista….

Calais