L’ipocrisia dei numeri e delle parole
A pochi giorni dall’insediamento del nuovo Presidente USA, Donald Trump, si ha l’impressione che la più potente nazione del mondo stia per intraprendere politiche contro i migranti; contro coloro che, cambiando nazione, sperano solo di migliorare le proprie condizioni di vita, non sempre riuscendoci, anzi.
E’ un ossimoro che la nazione che più di tutte è diventata quel che è diventata grazie a cittadini di origine diverse scelga di alzare muri, scelga di promuovere con l’uso della forza politiche anti-immigrazione.
E’ un qualcosa che non ci aspettavamo. Chi, come noi, crede che il migrante non sia un numero, ma che sia, come abbiamo detto spesso, una persona che sogna, ama, vive, dovrà prepararsi a vivere anni ancora più difficili di quelli che stiamo vivendo. Deve prepararsi ancora più di adesso a difendere fino in fondo i propri principi, le proprie idee.
I politici come Trump per avere consensi si rivolgono ai numeri, usano i numeri per incutere timore, per far credere al popolo che questi numeri saranno in grado di depauperarlo, di togliere loro ciò che hanno acquisito con anni di sacrificio. I numeri, però, sono ipocriti. Nessun numero potrà mai farci conoscere di quante intelligenze, capacità, risorse sia composto.
Noi lottiamo per far emergere dai numeri queste intelligenze, queste capacità, queste risorse. Nessuno ci potrà mai convincere che esse siano del tutto assenti fra le tante persone che intraprendono il proprio “viaggio della speranza”.
Non ci resta che sperare, quindi, che nei previsti orizzonti di tempesta, vi siano ampi e duraturi squarci di sole….

