I senza voce: una realtà superflua?

I quotidiani, le televisioni, i social network di questi giorni sono pieni di news che parlano in maniera altalenante di un occidente economicamente in crisi; di Paesi prossimi al default; di borse che perdono giorno per giorno punti di percentuale, di lenta ripresa dopo un periodo di buio. Raccontano dei nodi a pettine di una grande bolla speculativa durata più del dovuto, più di un decennio. Ovunque ci giriamo temiamo per i nostri pochi risparmi, non vediamo un futuro per i nostri figli, anzi è forte la convinzione in noi che le prossime generazioni vivranno una vita più povera della nostra. E’ vero? Può darsi che sia vero. Ma parliamo davvero di una crisi che tocca i poveri? Per nostra esperienza sappiamo che i poveri sono i senza voce del mondo, coloro che sui giornali non arrivano, quelli che non fanno notizia perché anonimi, impegnati solo a procurarsi il cibo quotidiano nella speranza di vedere l’alba del giorno dopo. Nei momenti di crisi in occidente la solidarietà spesso scompare dai bilanci familiari, viene etichettata come spesa superflua, cosa di cui si può fare a meno per poter magari continuare a tenere il frigo pieno, per poter permettere ai propri figli di uscire il sabato sera, per poter andare una volta al mese al ristorante. Per non perdere il proprio status sociale raggiunto con anni e anni di sacrificio. Giusto o sbagliato che sia è questo quello che succede. Ma se dai nostri bilanci togliamo la solidarietà i poveri non smettono di esistere, perdono solo anche quel piccolo aiuto sul quale contavano per tirare avanti.

Bisognerebbe comportarsi con raziocinio e responsabilità. Raziocinio nel pensare che una cifra di 30 euro al mese può essere risparmiata togliendo il superfluo al proprio bilancio familiare. Responsabilità nel sapere e nel convincersi che ci sono persone che contano su di noi per la propria sopravvivenza. Perché, in fondo, è proprio di questo che parliamo di sopravvivenza. Allora è necessario chiedersi quali rinunce si possono fare per continuare ad aiutare chi ne ha necessità. La solidarietà per noi tutti deve essere un dovere, non dobbiamo dimenticarcene, perché i poveri, a loro danno, oltre ad essere senza voce sono anche senza volto, persone che non conosciamo, che spesso aiutiamo a distanza, persone che possiamo dimenticare facilmente, facilmente cancellare dalla nostra vita.

Pur se l’attuale crisi riguardasse tutti, non solo gli speculatori, non solo i ricchi, dobbiamo rimanere convinti che l’occidente è un luogo privilegiato dove ogni giorno vengono mandati al macero quintali e quintali di derrate alimentari. Questo non possiamo dimenticarlo e decidere di agire di conseguenza, eco, quindi che dare il superfluo diventa una necessità, un doverebimbi.