L’aiuto è una scelta

I giorni si rincorrono imperterriti l’un dietro l’altro. Potremmo fare di più, molto di più. Per duemila persone che aiuti ce ne sono almeno altre quattromila che sperano di poter contare su di te. Vorremmo essere di più, vorremmo che le giornate siano composte da più ore, a volte vorremmo davvero che il tempo si fermasse per poter dire a gran voce il nostro <<Sì!>> a tutti coloro che ci fanno richiesta di aiuto. Non è possibile, dobbiamo imparare a convivere con questa verità. Quando si sceglie di vivere per aiutare “l’altro” bisogna essere ben consapevoli che ci sarà sempre un altro al quale non potrai arrivare. E’ una verità che può non piacere, ma è così. Lo viviamo sulla nostra pelle, ogni giorno. Questo sito online, il 5 x1000, l’assidua richiesta di donazioni, di adesione al programma di di sostegno a distanza per bambini, di adozioni a distanza per anziani, il nostro notiziario mensile inviato alla nostra mailing list, nascono per far convergere sull’associazione quanti più fondi possibili. A volte nel nostro lavoro ci ritroviamo a ragionare come un’azienda e pensiamo di aver lavorato bene se siamo riusciti a raccogliere più fondi dell’anno precedente, di aver lavorato male se ne abbiamo raccolti di meno. La matematica è cinica, precisa: ti premia o ti condanna. Sappiamo di non essere un’azienda, sappiamo bene che più fondi convergono sulle attività dell’Associazione. più persone riusciamo ad aiutare. Questi sono anni difficili per tutti, la crisi economica europea, la mancanza di lavoro porta le famiglie a risparmiare il superfluo, ma bisogna chiedersi davvero cosa sia il superfluo. E’ una domanda che dobbiamo farci tutti. E’ più superfluo un secondo o un terzo paio di scarpe ai propri figli o un sostegno a distanza? Da parte nostra la risposta è scontata. Per anni in Occidente abbiamo esiliato il concetto di povertà, sembrava che tutti fossimo destinati ad essere ricchi, a non aver nessuno problema economico. Quello che avevamo cacciato a calci dalla nostra porta è rientrato a poco a poco dalla nostra finestra. Che la povertà sia tornata a far capolino fra di noi lo dimostrano le folle che riempiono le mense cattoliche, le persone che vivono, sempre più numerose, in strada e nelle auto. Molti bussano anche alla nostra porta. Dopo aver dato loro il nostro possibile li indirizziamo ad altre associazioni, in special modo alla Caritas diocesana. Come potremmo fare diversamente? Se dovessimo aiutare tutti, cosa riusciremmo a spedire ad Asmara? Come vivrebbero i nostri poveri? Molti di noi vivono un percorso di fede, alcuni di noi sono laici, per tutti, i bambini che si sostengono, i bambini nelle case famiglia, i bambini negli asili, i ragazzi di strada, le donne malate di AIDS, gli anziani e tutti quelli per i quali lavoriamo sono i nostri poveri, quelli che senza di noi non vedrebbero un domani. E’ loro che Dio ha messo sulla nostra strada, è per loro che preghiamo tutti voi lettori di aiutarci affinché la porta della Congregazione del Buon Samaritano sia sempre aperta e pronta ad accogliere chiunque chieda di essere soccorso e speriamo che mai consideriate superfluo ciò che per gli altri è necessario.

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