Un bagno per bambini nel carcere femminile realizzato grazie a dei bambini

In Eritrea, come in tutti i sistemi totalitari, le carceri sono affollate. Si può essere arrestati per un nonnulla, per motivi futili e per motivi seri. Il dato che rimane è che la popolazione carceraria è molto superiore alle possibilità che le strutture carcerarie possano offrire. Le pene possono durare anni senza che nessuno possa farci niente. I parametri di Giustizia, vanno molto oltre le nostre capacità di comprensione. Ad Asmara la Congregazione delle Suore del Buon Samaritano svolge attività di assistenza materiale e spirituale nel carcere femminile. È un lavoro duro, soprattutto perché nel carcere femminile, come è ovvio, ci sono madri che hanno con sé i propri figli almeno finché non abbiano compiuto i tre anni di età, spesso anche oltre.  Come si può immaginare le condizioni in cui vivono i bambini sono pessime, non solo perché costretti a vivere in spazi angusti, ma perché detti spazi spesso non sono per niente adatti a preservare un minimo di igiene che servirebbe per garantire la salute dei bambini. Ci sono grandi stanzoni superaffollati, ci sono i cortili, questi ultimi spesso diventano servizi igienici a cielo aperto per i bambini. In queste condizioni vivono, in queste condizioni operano le suore. Di certo non le migliori condizioni possibili. Eppure, nel tempo, dei risultati sono stati ottenuti, all’interno del carcere la Congregazione delle Suore del Buon Samaritano ha ottenuto uno spazio da poter adibire ad asilo in cui educa e fa giocare per più ore al giorno i bambini presenti nell’istituto penitenziario. Ottenere qualcosa non vuol dire avere tutto,  è ingiusto che i bambini paghino le colpe dei propri genitori, per questo motivo le Suore stanno hanno dato vita ad un, un altro sogno realizzato: Con i dovuti permessi e le dovute approvazioni, hanno costruito all’interno della casa carceraria dei servizi igienici da adibire ai bambini, per poter permettere ad essi di crescere in un ambiente sano, nonostante le inevitabili restrizioni. Occuparsi degli ultimi, dei poveri più poveri è la missione che le Suore hanno scelto, è lo scopo al quale dedicano tutta la loro vita. Operare nelle carceri vuol dire occuparsi degli ultimi, è prestare attenzione  a chi è del tutto senza voce, a chi è ai margini di una società anch’essa già del tutto ai margini dal resto del mondo. Alleviare le sofferenze delle mamme che vivono una tale situazione e dare ai bambini un modo per sentirsi uguale ai propri coetanei è un “dare” che non ha prezzo. È, in sé, forse, l’opera è più grande. Se tutti noi dividiamo il mondo tracciando delle linee nette fra il bene ed il male, operare nelle carceri vuol dire far sconfinare il bene oltre la linea di ciò che pensiamo possibile. È portare un barlume di paradiso nell’inferno in terra. Di questo barlume, di questa piccola lucina di speranza le Suore sono protagoniste. Costruire servizi igienici per i bambini del carcere femminile di Asmara, è stata una sfida vinta anche grazie al contributo economica degli alunni della IIC dell’Istituto Comprensivo “Pascoli-Crispi” di Messina che nel 2012 hanno dato vita ad una raccolta in favore delle attività delle Suore.

In un sistema totalitario e repressivo proporre forme di aiuto a popolazioni carcerarie è un atto di coraggio,  è andare fino in fondo, aderire in pieno al nocciolo della propria missione: aiutare e amare il prossimo. La Congregazione delle Suore del Buon Samaritano operando ad Asmara in particolare, ed in Eritrea in generale, ci ha abituato ad alzare l’asticella del nostro limite, ci ha abituato a credere che bisogna sempre lanciare il sasso oltre lo stagno delle nostre chiusure mentali, dei nostri pregiudizi. Noi siamo contenti di essere stati utili, di aver contribuito a trovare i donatori giusti per realizzare un simile progetto. Forse il tutto sarà ripagato solo dal sorriso delle mamme, dal sorriso dei bambini: ma quei sorrisi saranno sorrisi veri, piccole gocce di libertà in un mondo pieno di tristezza.

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