Trentadue anni: se quei ragazzi che eravamo ci vedessero ora…

Marzo 2016, sono trentadue ‘anni che abbiamo iniziato quest’avventura. Più di trent’anni fa decidemmo di appoggiare, di aiutare, di supportare la Missione ad Asmara della Congregazione delle Suore del Buon Samaritano guidate da Suor Pina Tulino. Se i nostri occhi di allora guardassero quello che abbiamo fatto, quello che siamo riusciti a fare, come ci giudicherebbero? Non abbiamo cambiato il mondo, non abbiamo sconfitto la povertà, non abbiamo impedito che nel mondo si morisse ancora di fame, non abbiamo esportato il nostro desiderio di libertà democratica, non abbiamo impedito che in Africa nel 2016 esistessero ancora i totalitarismi. Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto. Se quei ragazzi che eravamo ci guardassero oggi forse, almeno amiamo sperarlo, sarebbero contenti di noi. In fondo decidemmo di aiutare una sola Missione, di cui conoscevamo chi la guidasse, proprio per non inseguire sogni pindarici, per non inseguire utopie irrealizzabili, volevamo essere d’aiuto alle persone, ad altri occhi, ad altre mani, ad altri uomini e donne, la cui sola sfortuna era quella di essere nati in un paese povero. Abbiamo lavorato duro, abbiamo realizzato progetti, abbiamo trovato fondi per le case-famiglia, per i ragazzi di strada, abbiamo realizzato il progetto del sostegno a distanza per bambini piccoli nel cui programma sono stati inseriti più di mille bambini. Siamo diventati tutti un’unica grande famiglia. Di molti che hanno vissuto nelle nostre case-famiglia ad Asmara continuiamo a seguirne la vita, a mantenere contatti, per loro continuiamo ad essere la loro famiglia d’origine. E’ difficile emanciparsi dalla povertà, ci si riesce solo con una volontà di ferro, con l’ingegno e, perché no?, con una buona dose di fortuna. Molti dei nostri ragazzi, ora che sono cresciuti, fanno lavori artigianali, dignitosi. Spesso contribuiscono, per quel che possono, anche loro alla nostra Missione. Di alcuni di loro, che hanno tentato il “viaggio della speranza”, abbiamo perso le tracce e continuiamo a sperare di reincontrarli, di risentirli, continuiamo a sperare che siano vivi. Abbiamo raggiunto qualche traguardo? A ben pensarci il nostro traguardo, da trent’anni a questa parte, sta nel ripartire. Il nostro traguardo è il sapere che già domani ci saranno nuovi bambini da ospitare nelle nostre case-famiglia, nuovi piccolini da inserire nel nostro programma di sostegno a distanza, nuovi ragazzi da inserire nei nostro progetti educativi e di formazione. Si lavora nell’oggi per essere pronti al domani: piccoli obiettivi per poter aspirare a grandi risultati che per noi equivalgono a dare una vita dignitosa a chi era destinato a non averla, a rendere possibile ciò che sembrava non lo fosse. In fondo le Suore della Congregazione delle Suore del Buon Samaritano sono, a ben pensarci, delle mamme che aiutano a crescere i propri piccoli nella propria Comunità, accudendoli, dando loro un’istruzione, cercando loro una possibilità di lavoro. Noi in Italia, con il nostro impegno, cerchiamo di contribuire quanto più possibile affinché tutto ciò avvenga: quello che ci eravamo prefissi trent’anni fa. Potevamo fare di più? Certamente, nel tempo abbiamo corretto degli errori, ci siamo migliorati, sappiamo che possiamo fare meglio: il nostro prossimo obiettivo, il nostro traguardo futuro.

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Foto: Paesaggio eritreo- Archivio Associazione Mariam Fraternità- ONLUS