Il racconto di Angelo: L’Incontro con le Suore del Buon Samaritano
… gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi,caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. ……
E’ questa l’immagine che ebbi fin dalla prima volta che feci esperienza di Suor Pina e della sua Congregazione: le Suore del Buon Samaritano.
Harnet Avenue, una Domenica di Settembre del 2009, tutto inizia sulla scalinata della Cattedrale; sono le 9.00 del mattino e Suor Pina, come tutte le Domeniche, arriva puntuale alla Messa che si celebra in lingua italiana, con a seguito bambini e bambine di tutte le età.
Non la conoscevo ancora ma mi colpì subito il senso di serenità che leggevo sui volti di questa simpatica “comitiva”.
In Chiesa, inoltre, notai l’attenzione, la compostezza ed il raccoglimento dei bambini durante tutta la Celebrazione.
Insomma, era stato “folgorato” da queste scene davvero inconsuete, tanto che alla fine della Messa la fermai per presentarmi.
Beh, dopo qualche ora mi trovai a pranzo nella casa d’accoglienza di Maitemanai insieme ad una quindicina di bambini e bambine ed alcune suore: era scattata la scintilla dell’ ”incontro”.
Mi ero sentito come uno di casa e, da allora, sono tornato tutti gli anni ad Asmara ed ho incontrato questa splendida figura che con tenacia, forza di volontà e tanta pazienza porta avanti un progetto di vita, un’utopia concreta a favore degli ultimi, degli emarginati, di coloro che vengono esclusi dalla società.
Ed ogni volta ho portato dall’Italia persone affinché conoscessero non solo l’Eritrea ma soprattutto l’esperienza di questa Congregazione, lo spirito che muove tanta laboriosità, coraggio e intensa preghiera.
E’ davvero un mondo meraviglioso, quello di Suor Pina e delle sue consorelle, fatto di semplicità e di umiltà ma anche di tanta determinazione nel portare avanti gli ideali ed i valori del “buon samaritano”, attraverso un lavoro incessante con i ragazzi e le ragazze strappate alla strada, con i bambini orfani o malati, con i carcerati e con tutti coloro che si ritrovano “spogliati” o “percossi”.
Ciò che riescono a offrire queste “suorine” non si limita solamente al soddisfacimento dei bisogni primari (casa, mangiare, vestiti) ma abbraccia tutta la vita della persona umana, dallo studio alla formazione professionale, dall’inserimento nel mondo del lavoro alla speranza di un futuro migliore; e ancor di più incredibile è il grande amore che sta alla base delle relazioni all’interno di questa “grande famiglia”.
Questo incontro “casuale” ha dato sicuramente una scossa alla mia vita, facendomi rivedere tante mie “certezze” e mettendomi in crisi ogni qualvolta incontro sul mio cammino persone che vivono ai margini della società.
La testimonianza che – quotidianamente – ci offrono le Suore del Buon Samaritano è certamente per noi tutti un “viatico” che ci deve aiutare a vivere in maniera sobria e genuina la nostra vita di “uomini e donne di buona volontà”, ricercando la felicità del nostro prossimo, e soprattutto di chi più soffre e ha bisogno di qualcuno che si “prenda cura di lui”.
A volte, la vita frenetica ci distoglie dall’osservare l’umanità che si muove intorno a noi; i rapporti umani diventano sempre più evanescenti e la crisi economica ci induce ad essere meno generosi con le realtà di bisogno; il rischio è quello di diventare sempre più indifferenti alle urgenze del fratello che soffre.
Invito tutti a trascorrere una giornata insieme alle Suore del Buon Samaritano; sicuramente capiremo che i nostri “bisogni” non sono altro che “effimeri” e costruiti dalla società dei consumi; una tale esperienza, inoltre, ci aiuterà a ricercare nuovi stili di vita e a ricreare nuove relazioni umane. Angelo Salvo
(Foto: Angelo Salvo in Eritrea)

