E’ bello essere parte di un miracolo della medicina

Quando Saron arrivò in Italia, qualche anno fa, noi che non la conoscevamo, che l’andammo a prendere all’aeroporto, la trattammo come una bambina. Il suo aspetto ci suggeriva questo comportamento: era minuta, piccola, come una bambina di 10-11 anni; eppure tutti sapevamo che aveva 17 anni e che era malata.

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Aveva una strana forma di tubercolosi.. Per questo era venuta in Italia, per questo avevamo preso contatti con il Policlinico di Napoli per curarla.

Venne ricoverata, i medici le trovarono una malattia rarissima, presente solo in poche zone geografiche del mondo; mettemmo in contatto i medici eritrei con quelli italiani.

Saron destò l’attenzione di molti medici universitari che presero a cuore il caso e lo studiarono. Dopo circa tre mesi e dopo aver sperimentato, quasi senza risultati, varie cure, trovarono quella adatta.

Saron partì dall’Italia con buone speranze di essere guarita.

Pochi giorni fa ci è arrivata una suo foto:

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con piacere abbiamo visto i progressi della cura: è cresciuta, ha preso peso; sembra essere una ragazza della sua età.

Siamo felici per lei. Siamo consapevoli di essere stati partecipi di un miracolo della medicina e non solo della medicina….

E’ questo quello che dà senso al nostro lavoro.